Il primo 8 marzo dopo il congresso della Conferenza delle donne democratiche della Toscana è all’insegna di uno sguardo sul mondo concreto, oggettivo e rivolto al futuro. Rossana Soffritti, neo-eletta portavoce regionale, non ha dubbi: per le donne nella società la strada è ancora in salita e le forze politiche attualmente al governo stanno ostacolando un cammino di liberazione, minando alla base conquiste ormai date per scontate. Una questione politica, dunque, secondo Soffritti, che deve essere combattuta attraverso la cultura e la costruzione di politiche di consapevolezza.
“Dire che ce l’abbiamo fatta – ha spiegato la portavoce – è impossibile. La scia di sangue di donne uccise per mano di uomini è ancora tristemente impressionante, la disparità di genere non è ancora stata colmata, il gap salariale è ancora presente in moltissimi luoghi di lavoro, la discriminazione è una costante nelle nostre vite, il linguaggio di genere un vezzo per poche: sono questi solo alcuni esempi di un mondo ancora fortemente patriarcale e con un’architettura culturale radicata nel passato. Un bilancio in negativo che, però, non deve farci pensare che nulla sia stato fatto. Il dato che vede sempre più donne ricoprire ruoli monocratici è indubbiamente positivo ed è una conquista non di alcune ma di tutte. Ultima in ordine di tempo è Alessandra Todde, eletta prima presidente donna della sua Regione. Le leadership femminili e femministe, da non confondere con quelli di meloniano stampo che nulla hanno a che vedere con una visione davvero femminile plurale, sono modelli da cui trarre esempio e linfa vitale per la battaglia di genere che tutte dobbiamo sentire il dovere di combattere, collettivamente e personalmente.”
Soffritti si sofferma anche sulla necessità di continuare ad alzare l’asticella nei confronti di un welfare che sia sempre più di genere: “Liberare il tempo delle donne – ha spiegato – è fondamentale. Chiedere loro di prendersi il proprio posto nel mondo senza alleggerire il carico che, storicamente, grava sulle spalle delle donne è un errore da non commettere più. Il lavoro di cura deve essere strutturalmente diviso. Per farlo, servono dispositivi di legge attraverso cui parificare il tempo delle donne e quello degli uomini, ma serve anche la costruzione di un nuovo paradigma culturale. In questo ambito, è bene fare chiarezza sul tema tanto sbandierato dell’esonero contributivo previdenziale per le madri con tre figli (esteso a due figli solo per quest’anno). Il cosiddetto “Bonus mamma” non rappresenta certo una misura di giustizia sociale e porta vantaggi fiscalmente molto limitati anche per le poche aventi diritto. L’idea di una società che valorizza la donna come generatrice di molti figli è scorretta e lesiva. Peraltro, la misura penalizza, come se non lo fossero già abbastanza a causa della precarietà, le donne che hanno un lavoro a tempo determinato e le autonome. Inoltre, dal punto di vista fiscale il meccanismo premiale risulta proporzionale al reddito: ne beneficia di più chi guadagna di più. Per non parlare del fatto che nessuna riuscirà a ricevere 250 euro mensili, che sono al lordo delle tasse e contribuiscono ad aumentare il reddito Isee, abbassando così il diritto all’assegno unico. A conti fatti, poche decine di euro al mese per una platea di poco più di 100.000 donne che nulla hanno a che vedere con la nostra idea di welfare. Altro aspetto da non sottovalutare è quello relativo alla crescita di ragazze pienamente consapevoli delle proprie capacità, a partire dall’abbattimento del muro nei confronti delle materie STEM. La visione di un mondo sempre più femminista parte dai banchi di scuola, iniziare a intervenire nei luoghi in cui si apprende non potrà che rivelarsi salvifico.”
Il bilancio di Soffritti dell’operato della Regione Toscana sul fronte di genere è in positivo: “Dalla nostra Regione in questi anni sono giunti segnali importanti. L’assessorato di Alessandra Nardini, ad esempio, ha saputo fornire strumenti attraverso cui rendere la vita delle donne, a partire da quelle vittime di violenza, più sostenibili. Un sostegno concreto e solido che non è mai mancato e che ha rappresentato per le toscane un punto di riferimento importante. Grande lavoro è stato fatto anche dalla Commissione Pari Opportunità regionale e dalla presidente Francesca Basanieri che, con costanza, ha sempre presidiato i luoghi delle istituzioni, dando avvio a un confronto aperto, largo e propositivo nella società. Uno sguardo femminile e femminista, dunque, che dai nostri consiglieri e assessori, non è mai venuto meno.”
Per quanto riguarda le prospettive per il futuro Soffritti è determinata a partire speditamente: “Formazione, comunicazione, presenza nei luoghi della politica, ma anche per le strade, tra la gente. Il testimone che mi lascia Tania Cintelli, la precedente portavoce, è importante. Il mio lavoro andrà in continuità con la sua visione politica della Conferenza e ha l’ambizione di amplificare ulteriormente alcune battaglie, tenendo stretto il filo rosso che ci lega ai territori. Quella femminile e femminista è una battaglia di tutte e tutti, nessuna e nessuno escluso. Per questo, dovremo fare in modo di attivare percorsi di consapevolezza e conoscenza condivisi. Ci sono poi molti appuntamenti elettorali ad attenderci. Le donne della Conferenza si faranno trovare pronte con i propri corpi, le proprie idee e la capacità di elaborazione politica che le contraddistingue.”